Articolo posa targa Parietti

 

Montegrino - Bosco: una targa a ricordo del centenario della nascita del pittore Massimo “Antime” Parietti

 

Ricorre nel 2014 il centenario della nascita del pittore MASSIMO “ANTIME” PARIETTI, nato a Bosco il 18 dicembre 1914, centodieci anni dopo il conterraneo G. Carnovali e scomparso il 23 giugno 2002.

L’Associazione “Amici di Giovanni Carnovali detto il Piccio” ha programmato alcuni eventi per ricordare tale importante anniversario, fra i quali la posa di una targa celebrativa sulla casa natale, situata nel cortile a lato della piazzetta Largo Ca’d’Matè, a Bosco (Montegrino).

La cerimonia, organizzata in collaborazione con il Comune di Montegrino e con il Gruppo Musicale Boschese, si è svolta DOMENICA 30 NOVEMBRE, in concomitanza con la festa di Santa Cecilia, per sollecitare la partecipazione dei concittadini e dare maggior risalto alla festa.

Al termine della S. Messa delle ore 9.00 nella chiesa di Bosco, il corteo è sceso fino in piazza Ca’d’Matè per inaugurare, verso le ore 10.30, la targa alla presenza delle autorità comunali e di tutto il pubblico che ha conosciuto e stimato il Parietti e la sua pittura.             

Sono state esposte alcune foto ritraenti l’artista in vari momenti della sua vita e tutti i partecipanti hanno ricevuto una cartolina-ricordo del pittore, con stampata sul retro la foto della targa  “In questa casa nacque nel 1914 Massimo “Antime” Parietti  Pittore di Luce - Comune e “Amici del Piccio” - 2014”.

 

IL PERSONAGGIO

Parietti Massimo Ercole Giuseppe, settimo di otto fratelli, nacque il 18 dicembre 1914 e prese il nome di “Antime” in ricordo del fratellino morto pochi mesi dopo la sua nascita.

Molto giovane si trasferì a Milano dove, a soli 12 anni, iniziò l’apprendistato presso la Cooperativa Pittori con il maestro Leonida Biraghi e frequentò i corsi serali dell’Accademia di Brera sotto la guida di Aldo Carpi.

A partire dal 1935 lavorò prima come assistente e poi come artista direttamente incaricato, alla realizzazione di cicli pittorici e affreschi presso chiese, edifici pubblici e civili, in Italia, Francia (a Parigi incontrò Alberto Giacometti) e Albania; a Tirana eseguì decorazioni nel palazzo del Re Zogg e nella chiesa dell’Ospedale Militare.

Rientrato in Italia all’inizio del 1942, si rifugiò in Svizzera e a Soletta conobbe Marie Louise, sua futura moglie, che lo incoraggiò a sviluppare la sua attività artistica anche a cavalletto, attività che Antime perfezionò attraverso le tecniche della pittura a olio, a tempera, a pastello.

L’amicizia nata con galleristi come Hans Muller, Hans Berger e personalità dell’arte elvetica, tra cui il pittore Cuno Amiet, lo spinse ad esporre in numerose Rassegne Collettive e Mostre Personali in Svizzera, in Francia e in Italia, dove ritornò a vivere stabilmente dopo la scomparsa di Marie Louise e ritrovò l’ispirazione a dipingere grazie all’amicizia con Gabriella, che sposò nel 1988.

Morì il 23 giugno 2002 a Bosco.

La sua pittura, come hanno scritto alcuni critici d’arte, fra i quali Franco Vercellotti, è stata definita “postimpressionista” soprattutto per la tecnica personale giocata su luce e colore che caratterizza figure, paesaggi e fiori, da lui tanto amati. La stessa luminosità che troviamo nel grande affresco “Primavera”, realizzato dall’artista nel 1996 ad Arcumeggia, il Paese degli Affreschi.

Spesso, il “Pittore di luce” si fonde con l’artista dei sentimenti famigliari, che si sprigionano dai volti dei ritratti a Lui cari, dalla leggerezza dei fiocchi di neve che ricoprono il cortile della sua casa natale, dalla cascata di petali sparsi che volano sui  fiori del suo giardino, raccolti in ampi vasi.

A partire dagli anni novanta, il Parietti si spinge oltre la sua tradizionale pittura, e attraverso l’immediatezza del segno, dissolve l’immagine in tocchi di colore che giungono ad accarezzare esperienze astratte e informali.

La prossima manifestazione rilevante, dedicata all’arte di Massimo “Antime” Parietti, è fissata per il mese di marzo 2015, con un’ importante mostra antologica che si terrà presso il Museo Parisi Valle di Maccagno.    (Carolina De Vittori)  novembre 2014

Foto di Mario Stefanoni e Marina Perozzi